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mercoledì 20 febbraio 2013

DONNA SELVAGGIA: la leggenda di Barbablu e sua spiegazione


Per spiegarci meglio come riconoscere il predatore interno, quello della psiche, ma anche i predatori esterni, quelli della vita di tutti i giorni, la dott.ssa Estes ci racconta la storia di Barbablu.
"Si racconta che una matassina di barba sia conservata in un convento di monache lontano sulle montagne. E come vi sia arrivata nessuno lo sa, come non si sa perchè le monache conservino tale reliquia. Pare però che siano state le monache a seppellire ciò che restava del corpo di Barbablu.
Barbablu corteggiava contemporaneamente tre sorelle, ma le ragazze erano spaventate dal colore della sua barba così strana. Per convincerle della sua mitezza le invitò a fare una passeggiata nel bosco. Arrivò con cavalli ornati di nastri e campanellini, vi sistemò le ragazze e la loro mamma, e si avviarono nel bosco. Fecero una splendida cavalcata, poi si fermarono sotto un albero annoso e Barbablu le intrattenne raccontando loro storie e offrendo loro uno speciale pic nic.
Le ragazze tra sè e sè pensarono che poi Barbablu non doveva essere così cattivo come si diceva.
Tornarono a casa e molto parlarono della giornata, ma i timori e i sospetti delle sorelle maggiori riaffiorarono e queste ultime decisero di non rivederlo mai più. La sorella minore invece, pensò che un uomo così affascinante non poteva essere così cattivo. Infatti quando Barbablu chiese la sua mano, lei accettò con orgoglio. Andarono a vivere nel castello di Barbablu nei boschi. 
Un giorno Barbablu disse alla moglie che doveva partire per un viaggio e star via qualche tempo, perciò la invitò a far andare nel castello le sue sorelle a tenerle compagnia per passare il tempo e inoltre le consegnò le sue chiavi, quelle che potevano aprire tutte le porte, ma fu molto chiaro nel vietarle di usare la chiave più piccola fatta a spirale: per nessun motivo. Partì. 
Arrivarono dunque le sorelle e tutte insieme in allegria cominciarono ad esplorare il castello. Passarono da una stanza all'altra, ammirarono i tesori, le cucine, le scuderie.....infine giunsero in cantina. Avevano usato tute le chiavi tranne la piccola chiave a spirale, ma sembrava che non vi fossero più porte da aprire, quando.....un cigolio attirò la loro attenzione. 
Proveniva da una porticina piccola piccola. Senza riflettere infilarono la chiave nella toppa e la porta si aprì, ma era così buio che non si vedeva nulla. Accesero una candela ed entrarono. Orrore! La stanza era un lago di sangue e ossa di cadaveri giacevano ovunque, negli angoli i teschi erano impilati come piramidi. 
Terrorizzate chiusero la porta, sfilarono la chiave, ma si accorsero che era macchiata di sangue. Inutili furono tutti i tentativi della sposa di Barbablu di togliere il sangue dalla chiave, essa continuava a stillare piccole gocce di sangue macchiando tutto.
La sposa decise dunque di nasconderla in un armadio.
Quando Barbablu tornò dal suo viaggio, chiese alla moglie come era andata in sua assenza e lei rispose che tutto era andato bene. Allora Barbablu chiese la restituzione del mazzo di chiavi, e si accorse che mancava la piccola chiave a spirale. Si infuriò così tanto che la moglie fu costretta ad aprire l'armadio dove l'aveva nascosta e nel quale la chiave, continuando a stillare sangue aveva macchiato tutti i vestiti di seta.
Barbablu afferrò la moglie per i capelli e la trascinò in cantina dove la porticina si aprì sotto il suo sguardo. Lì giacevano i cadaveri di tutte le sue mogli precedenti. La sposa faceva resistenza, e lo implorò di lasciargli un po' di tempo per raccogliersi in preghiera e prepararsi alla morte e lui le accordò questo ultimo desiderio. La sposa si ritirò nelle sue stanze, ma nel frattempo aveva mandato le sorelle sui bastioni del castello per vedere se dalla pianura sottostante arrivavano i  fratelli a salvarla. All'inizio le sorelle non vedevano nulla, ma a poco a poco cominciarono ad intravedere prima un piccolo puntino , poi un polverone che si avvicinava. 
Intanto Barbablu la chiamava a gran voce, il tempo era scaduto e lui stava salendo a prenderla per decapitarla. Sotto i suoi passi il palazzo tremava tutto. Per fortuna i fratelli erano arrivati e si erano precipitati nel vestibolo del palazzo e salivano le scale di gran carriera. E mentre Barbablu con le mani tese stava per afferrare la moglie, i fratelli entrarono nella stanza e gli si avventarono contro, armati di spade. A forza di menare fendenti uccisero Barbablu e salvarono la sorella."
Ora chiediamoci: che cosa rappresenta questa favola? Quale insegnamento ne dobbiamo trarre? 
Cosa rappresenta dunque Barbablu? Egli è un complesso di profonda reclusione, un predatore della psiche che attende paziente la sua occasione: quella di sopraffare l'Io istintuale.
I predatori desiderano superiorità e potere sugli altri.
Perciò ogni donna deve riconoscere che, sia all'interno (di se stessa), che all'esterno, c'è una forza che agirà in opposizione all'Io istintuale e le nostre prime azioni devono essere volte a RICONOSCERLO, PROTEGGERCI, PRIVARLO della sua energia sanguinaria.
La sposa (la minore delle sorelle) è la donna ingenua (e quale donna non lo è stata?), che in un primo tempo sarà fatta prigioniera ma poi ne uscirà diventando più forte e consapevole.
La sorella minore ha ceduto alle lusinghe della cavalcata nel bosco, a lei molto gradita, senza ascoltare con attenzione la voce che, come quella le sorelle, la invitava a prestare attenzione ai sospetti. Del resto nella vita reale molte donne cadono vittime di predatori, uomini che pur promettendo che diventerà una regina, libera nel suo ruolo, in realtà poi ne soffocano la personalità e le sue potenzialità. Per non incappare in questo errore necessitiamo di una CHIAVE: la chiave della conoscenza.
Nella favola, il sangue nella stanza rappresenta la decimazione degli aspetti più profondi e legati all'anima della vita creativa (la donna perde energia per creare, di qualunque aspetto si tratti: dalla vita di tutti i giorni, al lavoro, alla personalità). Gli abiti che indossa e quelli nell'armadio sono macchiati. L'ABITO non è altro che la nostra presenza esterna, cioè la maschera con cui ci presentiamo al mondo (chi non ne ha una?). Ma la chiave stessa nella favola è un contenitore, perchè contiene il sangue quale memoria di quanto si è vissuto e si sa.
Allo stesso modo l'uccisione delle mogli rappresenta l'uccisione del femminino, perchè le ossa sono ciò che è indistruttibile.
E indistruttibile è l'ANIMA.
Perciò se ogni donna vuol ritrovare la sua vera natura deve: trovare i corpi, seguire gli istinti, vedere quel che si vede, risvegliare il muscolo psichico, smantellare l'energia distruttiva. Non a caso la sposa di Barbablu, chiede al marito di potersi raccogliere in preghiera: cioè raccogliere le energie nei muscoli per sferrare il colpo contro il predatore. Questa energia ci serve per sopraffare il predatore che si tratti di una famiglia soffocante, una cultura che ci va stretta, i nostri stessi complessi.
Ecco che entrano in gioco i "fratelli", che non sono altro che i fratelli psichici, ovvero la forza che può agire. Loro arrivano in un vortice di vento e polvere, che equivale a richiamare la nostra forza combattiva.
Si può dire che la sposa ha fatto ricorso alla sua energia maschile interiore. Jung lo chiamava "animus" e rappresenta l'aggressività
Se questa natura è sana, alberga felicemente nella nostra psiche. Se l'animus è forte, la donna manifesterà con agio e stile le sue idee, il suo lavoro nel mondo esterno.
Alla fine Barbablu viene ucciso: ciò significa che la donna deve consentire alla natura VITA/MORTE/VITA di  PESCARE il predatore, PORTARLO fuori, TRASFORMARLO e RIPORTARLO di nuovo alla vita.
Facciamo dunque attenzione nella vita esterna alle persone che ci circondano, e se ci accorgiamo che appartengono, o sono indifferenti alla nostra vita profonda, non fanno altro che alimentare il predatore interiore. 
Cerchiamo dunque di tenerle lontane!

2 commenti:

  1. non sempre é possibile tenere persone negative a distanza dalla nostra vita, ma lo possiamo fare con la nostra mente non facendoci condizionare, Ottima analisi il paragone con la favola Silvia.

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  2. L'analisi di Silvia è perfetta..il mettere in pratica il tutto , molto meno facile...
    Penso che ascoltavo la favola di Barbablù una volta , con quell'estatico timore , e pur sapendola a memoria, con sano stupore che possiedono i bambini quando ascoltano cose misteriose e arcane...
    Un bacio , profonda Silvietta!

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