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venerdì 15 maggio 2015

Dior gli abiti-utopia nel tempio dell’abitologia

Al Palais Bulles, costruzione fatta di 23 stanze-bolle, Raf Simons ritrova libertà, leggerezze, forma e natura. Short e giacche Bar


Forma e materia, utopia e artigianato. Le Palais Bulles e Dior. Una casa-bolla, fatta di 23 stanze tonde abbarbicate sulle alture di Cannes e una sfilata, fatta di 54 pezzi, ben inseriti nella tradizione di monsieur. La collezione cruiser di Raf Simons, la numero tre da quando lo stilista belga ha preso in mano il progetto, si tuffa nel futuro con la stessa audacia di quando la spettacolare costruzione che la ospita venne inaugurata dal suo geniale architetto, quel Antii Lovag inventore dell’abitologia. Oggi il “palazzo” è di proprietà di un visionario non da meno, quel Pierre Cardin che fu tra i pochissimi a lavorare agli inizi con Dior.

E tutto torna. Anzi di più con Simons, da sempre ossessionato da arte e architettura e natura. Così i suoi pezzi semplici e funzionali (abiti, gonne, short, bluse) sono in realtà mirabiglie di tagli (molto couture con una predilezione per la linea Bar, vita stretta e svasatura) e tessuti (croquet e ricami e lurex e pellicce tricot) e stampa artistiche (omaggio a cielo e mare) che ben si sposano con il luogo. Una metafora senza sottotitoli. E con efficace colonna sonora: quell’esprit del Sud della Francia con tocchi Vichy, gambe nude, scarpe basse, plissè, maglie, righe come onde lucciccanti. Nessun facile riferimento ai Sessanta o Settanta, a Coachella o al Rock, ma una visione in progress della moda. Sguardo avanti e non indietro. Applausi - ci sono anche le celeb (le più belle: Chiara Mastroianni, Dakota Fanninig, Marion Cotillard) all’abitologia di Raf.

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