........Saint Vincent si trova a circa 800 metri di altezza, nel
cuore delle Alpi, ad un tiro di schioppo dalle cime più alte d’Italia, il monte Bianco, monte Rosa e
il monte Cervino, di conseguenzaera inevitabile che
subisse un’influenza climatica di questo tipo. Passeggiando lentamente e godendoci la dolce brezza
della sera arrivammo davanti alla maggior attrattiva di questo magnifico paese alpino, quella che lo rendeva famoso in
tutta Italia e non solo, il Casinò de la Valleè. Un
edificio circondato da verde e da alberi, molto illuminato, fari ad ogni angolo
per risaltarne la bellezza, non si faceva certo risparmio di energia.
Arrivammo davanti all’ingresso e vedemmo un mondo
che di certo non apparteneva alla nostra vista quotidiana, automobili sportive e di lusso parcheggiate nei pressi dell’entrata del
Casino, Ferrari, Lamborghini, Porsche, uomini vestiti rigorosamente in abito scuro e
signore immancabilmente imbrillantate che facevano sfoggio
dei loro gioielli e che si apprestavano ad entrare. << Li mejo mortacci
loro!!! – esclamò Speedy con gli occhi spalancati – questi c’hanno li
sordi che je escono dall’orecchie! >> << Probabilmente stasera perderanno qualche milioncino
e ritorneranno in villa col sorriso sulle labbra, come se niente fosse! >> replicai io abbastanza
disgustato e schifato.
<< E magari nelle loro aziende avranno messo gli operai in cassa integrazione, ‘sti porci. >> ribattè Paolo che immediatamente urlò a squarciagola rivolto verso l’ingresso del Casino:<< Borghesi!! Padroni!! Ci state sui coglioni!! >> e ancora: << Fascisti, carogne, tornate nelle fogne!! >> Ma questi slogan non attirarono più di tanto l’attenzione di lorsignori che continuarono imperterriti chi ad entrare e chi a parlottare, rivolgendo semplicemente uno sguardo di indifferenza in direzione del nostro gruppetto. Incontrammo nei pressi della casa da gioco alcune donne che “passeggiavano” avanti e indietro per la strada, non lasciavano dubbi circa la loro professione, sicuramente stavano aspettando qualche “pollo” da spennare ulteriormente non appena fosse uscito dai “tavoli verdi”.
D’accordo con i miei amici iniziai a camminare lentamente in modo da rimanere leggermente indietro rispetto a loro, e quando fui di fronte ad una di queste ragazze la scrutai da cima a fondo poi dissi con voce seria:<< Quanto? >> Lei pure mi osservò in silenzio dai piedi fino alla testa come per capire se fossi maggiorenne, poi altrettanto seriamente rispose:
<< Cinquantamila in camera. >> Al che io ribattei subito: << Forse non hai capito, volevo dire …… quanto tempo è che aspetti! >> e mi allontanairapidamente ridendo a più non posso mentre lei cominciava ad inveire fortemente contro di me:<< Stronzo di un pirla, vai da un’altra parte a rompere i coglioni!! >>
Tutti i miei amici si unirono alla mia risata e anche loro cominciarono a correre, continuando a schernire la povera malcapitata: << Aoh! Attacca le mutande ar chiodo!! Ah! Ah! Ah! >> E giù ancora risate.....
<< E magari nelle loro aziende avranno messo gli operai in cassa integrazione, ‘sti porci. >> ribattè Paolo che immediatamente urlò a squarciagola rivolto verso l’ingresso del Casino:<< Borghesi!! Padroni!! Ci state sui coglioni!! >> e ancora: << Fascisti, carogne, tornate nelle fogne!! >> Ma questi slogan non attirarono più di tanto l’attenzione di lorsignori che continuarono imperterriti chi ad entrare e chi a parlottare, rivolgendo semplicemente uno sguardo di indifferenza in direzione del nostro gruppetto. Incontrammo nei pressi della casa da gioco alcune donne che “passeggiavano” avanti e indietro per la strada, non lasciavano dubbi circa la loro professione, sicuramente stavano aspettando qualche “pollo” da spennare ulteriormente non appena fosse uscito dai “tavoli verdi”.
D’accordo con i miei amici iniziai a camminare lentamente in modo da rimanere leggermente indietro rispetto a loro, e quando fui di fronte ad una di queste ragazze la scrutai da cima a fondo poi dissi con voce seria:<< Quanto? >> Lei pure mi osservò in silenzio dai piedi fino alla testa come per capire se fossi maggiorenne, poi altrettanto seriamente rispose:
<< Cinquantamila in camera. >> Al che io ribattei subito: << Forse non hai capito, volevo dire …… quanto tempo è che aspetti! >> e mi allontanairapidamente ridendo a più non posso mentre lei cominciava ad inveire fortemente contro di me:<< Stronzo di un pirla, vai da un’altra parte a rompere i coglioni!! >>
Tutti i miei amici si unirono alla mia risata e anche loro cominciarono a correre, continuando a schernire la povera malcapitata: << Aoh! Attacca le mutande ar chiodo!! Ah! Ah! Ah! >> E giù ancora risate.....
Tutta la mia solidarietà alla peripatetica...
RispondiEliminaQuannto si è crudeli da ragazzi...
Ciao simpatia!
che ci vuoi fare cara nella, al contrario di oggi all'epoca ci si divertiva con poco. Ma preferisco senza ombra di dubbio quegli anni.
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