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giovedì 18 luglio 2013

Romagna dell'Est



Ho colto l’opportunità dei Campionati Italiani di Ballo che si sono svolti a Rimini la settimana scorsa per  tornare in terra di Romagna dopo qualche anno di assenza. Volevo fare una “scorpacciata” di dialetto romagnolo, meravigliosa lingua che mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia e anche oltre grazie a mio padre, e che da quando lui non c’è più faccio un’enorme fatica ad ascoltare  dalle mie parti, visto che abito vicino Roma. Della Romagna apprezzo un’infinità di cose: il modo di vivere, la lingua, le biciclette, il ballo, le spiagge, persino gli alberi da frutto. Quindi, salito in macchina, mi sono diretto verso la cittadina adriatica. La mattinata del primo giorno e buona parte del pomeriggio l’ho trascorsa all’interno dei padiglioni della Fiera dove si svolgevano le gare di ballo, e di dialetto romagnolo neanche l’ombra. Me lo aspettavo, dal momento che  tutti gli stands e i ballerini in gara provenivano da ogni parte d’Italia, e le mie orecchie passavano dal toscano al piemontese, dal siciliano al friulano. Ho sentito solamente un “grassie” dalla cassiera del bar quando ho preso un caffè. <<Mi rifarò stasera – mi son detto – quando farò una passeggiata  per le vie di Rimini. >> Ore 19,30, cena in albergo. Mi si avvicina il cameriere per l’ordinazione e …… era rumeno!! Terminata la cena  mi dirigo verso il centro della città per un buon caffè e una lieta passeggiata. Nel tragitto ho rivisto un po’ di Romagna: moltissime biciclette con donne, vecchi e bambini che sfrecciavano lungo le piste ciclabili, scene che a Roma ce le sognamo. Entro in un bar e ordino alla cassiera un caffè……rumena pure lei!! Un pochino contrariato mi avvio lungo viale Regina Elena, strada lunghissima piena di bancarelle, pub, pizzerie, bar.  MAMMA MIA!!! Si sentiva parlare solamente russo! Attraversavi una pizzeria?  Russo! Entravi in un negozio? Commesso e spesso proprietario russi! Pure i cani parlavano russo. E se vado in spiaggia a fare il bagno, ho pensato, in acqua probabilmente avrei trovato gli storioni. << Ma i romagnoli – mi son chiesto  – dove caxxo sono finiti? Possibile che siano tutti spariti?>>. Demoralizzato stavo per fare ritorno in albergo quando ho sentito le note di “Romagna mia” provenire da un albergo poco più avanti. Un gruppo di animatori, questa volta romagnoli, stavano allietando la serata ai clienti dell’albergo. Sono rimasto ad ascoltarli per più di un’ora. In poche parole ho sentito il puro accento romagnolo quando sono andato a far visita alla cara amica Galadriel, anche se la visita purtroppo è stata solo una “toccata e fuga” e me ne rammarico. Non mi sarei mai aspettato tanto “Est” in questa bellissima cittadina. A dirla con parole di Brignano…..” Va bè che va bè…ma che davvero davvero?”

venerdì 14 giugno 2013

Ostia Antica ( Roma)



Ostia antica è un borgo rinascimentale nato nelle immediate adiacenze delle rovine romane e del Tevere. Un tempo fu nota anche con il nome Gregoriopoli. In considerazione della vicinanza con il fiume la cittadella assunse nel corso del tempo un importante nodo fluviale da proteggere e fortificare. Fu così per molti secoli, fino al 1557, anno nel quale il Tevere in piena cambiò il suo corso allontanandosi di circa 1,5 chilometri dal borgo di ostia antica
        

Questo evento naturale provocò decadenza ed abbandono nell'area che da borgo vivo e popolato divenne palude. Cosi fu fino al 1884 anno in cui il Papa inviò circa 500 bonificatori romagnoli, gli scariolanti, con il compito di eliminare le paludi nella zona e debellare la malaria. Oltre alla visita del caratteristico borgo, è possibile visitare la rocca di Giulio II, la chiesa di Santa Aurea, e sopratutto gli scavi di Osta antica. Oggi è un ridente paesino di circa 15.000 abitanti a quattro chilometri dal mare.

 

mercoledì 12 giugno 2013

sei tarmente...



SI TE DO 'N CAZZOTTO TE MANNO TARMENTE LONTANO CHE SI 'N TE PORTI 'N PANINO TE MORI DE FAME QUANNO RITORNI.

TE DO ‘N CAZZOTTO CHE SE NUN C’HAI L’OSSA NUMMERATE NUN TE LE RIMETTE A POSTO NEANCHE L’ORTOPEDICO.

C’HAI L’ALITO COSI’ PESANTE CHE LO SPAZZOLINO DA DENTI HA CHIESTO A QUELLO DER CESSO DE FA’ A CAMBIO.

SEI TARMENTE GRASSA CHE TU’ MADRE ‘NVECE DE ISCRIVETE ALL’ANAGRAFE E’ DOVUTA ANNA’ AR CATASTO.

SEI TARMENTE GRASSA CHE SE TE VESTI DE BLU FAI NOTTE!

STAI COSI’ MALE CHE LE ZANZARE, PE PIZZICATTE, TE CHIEDONO L’ANALISI DER SANGUE.

SEI COSI’ BRUTTO CHE LE ZANZARE TE PIZZICANO CO’ L’OCCHI CHIUSI.

SEI TARMENTE ZOZZO CHE ACE GENTILE NUN TE FA GNENTE, TE CE VO’ ACE INCAZZATO.                                                                        

mercoledì 29 maggio 2013

sei tarmente.....

                                           

sei talmente brutta che si te metti davanti allo specchio quella dall'altra parte vomita.

Fai tarmente schifo che quanno t’hanno partorito nun eri tu che piagnevi, ma tu’  madre.

Sei tarmente grassa che sur cellulare ‘nvece de “Tim”  t’hanno scritto  “TIR”.

Sei così magra che se te metti vicino a un’auto te scambiano pe' l’antenna della radio.

Sei tarmente piatta che de reggiseno nun c’hai la prima,  ma la retromarcia.

Sei tarmente secco che c’hai er piggiama a righe co’  ‘na riga sola.

C’hai er culo tarmente grosso che se scoreggi su un pacchetto de coriandoli fai carnevale tutto l’anno.

Sei tarmente secca che se magni  ‘n’oliva pari incinta.

sabato 18 maggio 2013

Sei tarmente......

                               


C’hai er naso così lungo che nun te se chiude la carta d’identità.

C’hai er naso così lungo che se dici de no a tavola sparecchi.

C’hai er naso così lungo che se stavi sull’euro lo dovevano fa cor manico.

C’hai er naso tarmente grosso che quanno ar mare facevi er morto a galla so’ scappati tutti pensanno a ‘no squalo.

Sei così basso che quanno piove sei l’ultimo a sapello.

Sei tarmente bassa che nun te metti li Tampax sennò anciampichi su ‘a cordicella.

Sei tarmente basso che quanno t’allacci le scarpe devi arzà le braccia.

Sei tarmente basso che si te metti a sede sur marciapiedi te dondolano le gambe.

Sei così basso che te puzzeno i calzini de gel.

venerdì 10 maggio 2013

Quanto sei brutto......


Sentite per le strade di Roma.

1  -  Sei tarmente brutto che se t’avvicini ar computer parte l’antivirus.   
   
2  -  Sei tarmente brutto che da piccolo tu madre er passeggino invece de spignelo lo tirava   pe nun vedette.          
3  -  Sei tarmente brutto che se pe suicidatte te butti da Ponte Milvio, er Tevere te ributta fori...
 
4  -  Sei così brutto che se lanci un boomerang quello ce pensa du’ vorte prima de tornà indietro.

5  -  Sei tarmente brutta che nun trovi posto manco ne la raccolta differenziata.                             

6  -  Sei così brutto che quanno sei nato er dottore nun capiva da che parte  giratte!!giratte!!!   

7  -  Sei tarmente brutto che se te porto ar museo me danno du’ mummie de resto.                     

8  -  Sei così brutto che quanno passi davanti ar presepe i pastori te tirano li sassi.                          

9  -  La natura fa brutti scherzi….ma a te t’ha proprio preso pe’ ‘r culo.                                            

10-  Sei tarmente brutto che tu madre quanno ha visto arivà la cicogna, l’ha presa a sassate.
 
 

lunedì 6 maggio 2013

Goliardia 4


Dal libro "Io, informatore medico scientifico"


A luglio e settembre  il Direttore di zona organizzava spesso una riunione a Gaeta, e precisamente all’hotel “Summit”, un bellissimo albergo  costruito su un costone di roccia con spiaggia privata, palestra, sauna, bagno turco,  idromassaggio e con la caratteristica che appena entravi nell’hotel ti trovavi già al quinto   piano.  Alla fine della giornata lavorativa si dava spazio a tutte queste attività rilassanti alle  quali  cominciavamo a pensarci già durante la riunione. Un aneddoto simpatico fu quando a un  dirigente dell’azienda venuto da Milano per presenziare ad una riunione nel momento di  entrare nella vasca idromassaggio gli facemmo  notare che stava entrando in acqua con l’orologio  al polso. Questi ci ringraziò, si tolse l’orologio e se lo mise nella tasca del costume da bagno ed entrò tranquillamente in vasca tra le risate di tutti i colleghi. Durante la permanenza all’hotel Summit  tra di noi ne combinavamo di tutti i colori, gli scherzi erano all’ordine del giorno, i bersagli  preferiti erano Pino e Andrea due persone squisite e molto educate che solitamente in albergo condividevano la stessa stanza. Ebbene spesso e volentieri si andava alla reception dell’hotel a   nome di uno dei due e si chiedeva di spostare la sveglia dell’indomani mattina alle ore 5,30   per motivi di studio. Alle 8,30, ora di inizio della riunione entravano in sala con due facce incazzate   che se avessero potuto avrebbero sparato a tutti. Invece un altro collega, Sergio, lo presi di mira  in una riunione per un corso di computer. Era noto il suo amore per i colori giallorossi, era come  suol dirsi un “romanista sfegatato”, durante la pausa pranzo entrai di nascosto in sala riunioni,  mi diressi verso il suo computer sullo sfondo del quale memorizzai un grande “Forza Lazio” che si   muoveva per tutto il monitor, appena lo vide si alterò abbastanza, anche perché non sapeva come  toglierlo. Per tre giorni ebbe davanti agli occhi quella scritta e solo prima di ritornare a casa gli dissi  come eliminarla.

venerdì 19 aprile 2013

Goliardia 3

            Dal libro  "All'ombra dell'ultimo sole"

........Saint Vincent si trova a circa 800 metri di altezza, nel cuore delle Alpi, ad un tiro di schioppo dalle cime più alte d’Italia, il monte Bianco, monte Rosa e il monte Cervino, di conseguenzaera inevitabile che subisse un’influenza climatica di questo tipo. Passeggiando lentamente e godendoci la dolce brezza della sera arrivammo davanti alla maggior attrattiva di questo magnifico paese alpino, quella che lo rendeva famoso in tutta Italia e non solo, il Casinò de la Valleè. Un edificio circondato da verde e da alberi, molto illuminato, fari ad ogni angolo per risaltarne la bellezza, non si faceva certo risparmio di energia. Arrivammo davanti all’ingresso e vedemmo un mondo che di certo non apparteneva alla nostra vista quotidiana, automobili sportive e di lusso parcheggiate nei pressi dell’entrata del Casino, Ferrari, Lamborghini, Porsche, uomini vestiti rigorosamente in abito scuro e signore immancabilmente imbrillantate che facevano sfoggio dei loro gioielli e che si apprestavano ad entrare. << Li mejo mortacci loro!!! – esclamò Speedy con gli occhi spalancati – questi c’hanno li sordi che je escono dall’orecchie! >> << Probabilmente stasera perderanno qualche milioncino e ritorneranno in villa col sorriso sulle labbra, come se niente fosse! >> replicai io abbastanza disgustato e schifato.
 << E magari nelle loro aziende avranno messo gli operai in cassa integrazione, ‘sti porci. >> ribattè Paolo che immediatamente urlò a squarciagola rivolto verso l’ingresso del Casino:<< Borghesi!! Padroni!! Ci state sui coglioni!! >> e ancora: << Fascisti, carogne, tornate nelle fogne!! >> Ma questi slogan non attirarono più di tanto l’attenzione di lorsignori che continuarono imperterriti chi ad entrare e chi a parlottare, rivolgendo semplicemente uno sguardo di indifferenza in direzione del nostro gruppetto. Incontrammo nei pressi della casa da gioco alcune donne che “passeggiavano” avanti e indietro per la strada, non lasciavano dubbi circa la loro professione, sicuramente stavano aspettando qualche “pollo” da spennare ulteriormente non appena fosse uscito dai “tavoli verdi”. 
D’accordo con i miei amici iniziai a camminare lentamente in modo da rimanere leggermente indietro rispetto a loro, e quando fui di fronte ad una di queste ragazze la scrutai da cima a fondo poi dissi con voce seria:<< Quanto? >> Lei pure mi osservò in silenzio dai piedi fino alla testa come per capire se fossi maggiorenne, poi altrettanto seriamente rispose:
<< Cinquantamila in camera. >> Al che io ribattei subito: << Forse non hai capito, volevo dire …… quanto  tempo è che aspetti! >> e mi allontanairapidamente ridendo a più non posso mentre lei cominciava ad inveire fortemente contro di me:<< Stronzo di un pirla, vai da un’altra parte a rompere i coglioni!! >> 
Tutti i miei amici si unirono alla mia risata e anche loro cominciarono a correre, continuando a schernire la povera malcapitata: << Aoh! Attacca le mutande ar chiodo!! Ah! Ah! Ah! >> E giù ancora risate.....

venerdì 5 aprile 2013

" Dieta "

   

“ Lei si deve mettere a dieta, deve perdere diversi chili”. Questo è il continuo ritornello che mi sento ripetere ogniqualvolta vado ad una visita di controllo. In effetti per uno come me, diabetico e trapiantato di fegato da cinque anni, avere un fisico non dico da atleta, ma quantomeno nei limiti della norma, dovrebbe essere più che d’obbligo, invece da qualche tempo ho allacciato un rapporto stretto d’amicizia con le classiche “maniglie dell’amore”.                                                                                                                                         Il mese scorso, durante l’ultimo controllo, stanco di sentirmi ripetere la solita frase, mi sono permesso simpaticamente di fare delle considerazioni con il mio medico:<< Caro Dottor …… dire di stare a dieta è la cosa più facile di questo mondo, ma non vedo come sia possibile. A Gennaio abbiamo ancora i residui dei panettoni, torroni e frutta secca; a Febbraio il Carnevale ci propone le frappe e castagnole; San Giuseppe a Marzo ci regale i famosi bignè alla crema, fritti e al forno; tra marzo e Aprile la  Pasqua ci mette in tavola le uova di cioccolato e le colombe pasquali; il 1° maggio il barbecue è d’obbligo, con castrato e braciolette di maiale; non dimentichiamo poi i vari compleanni  di amici e parenti che sarebbe un  vero peccato offenderli senza assaggiare una fetta di torta; tutti i sabati si va a ballare, chi porta un dolce chi pasticcini vari; ad agosto si va in vacanza, un po’ di libertà gastronomica non me la può togliere; a questo punto Natale arriva in un attimo e ……>> Secondo voi che cosa mi ha risposto il Medico???!!??!!!

martedì 2 aprile 2013

Goliardìa 2

     Dal libro "All'ombra dell'ultimo sole""
….anche il gruppo musicale che suonava era abbastanza giovane. Era formato da quattro ragazzi che a prima vista ci sembrarono molto antipatici e che si rivelarono tali col passare dei minuti, si davano molte arie, sembravano dire “ guardateci, siamo i Beatles “oppure “siamo i Rolling Stone”. Alcuni di noi si buttarono nella mischia e cominciarono a ballare come forsennati, saltando da una parte all’altra della sala, sembrava volessero ballare con tutti contemporaneamente, altri invece preferirono rimanere al tavolo ed osservare meglio quel che succedeva intorno, altri ancora cominciarono a fare giri di perlustrazione alla ricerca di qualche ragazza da abbordare. Si entrò ben presto nel vivo della festa, la gente si scatenava sempre più man mano che ci si avvicinava alla mezzanotte, ma anche perché faceva incetta di vino , birra e quant’altro, non c’era tavolo dove mancasse una bottiglia di grappa o genepy. << Romolo - disse Speedy in un momento di riposo – lo sai che questi che suonano sono proprio antipatici? Ma chi caxxo si credono di essere! >> << Si sentono importanti perché c’hanno quattro corde tra le mani - risposi io con gli occhi fissi verso il palco– gliele metterei al collo le corde.>> << Mo’ te li sistemo io, vieni con me. >> Continuò Speedy, e cominciò a camminare in direzione del bar. << Che te devi inventà? Nun fà cazzate che qui ce pìano a calci >> risposi seguendolo preoccupato. Giunto al bancone chiese cortesemente al barista alcune fette di limone, il quale gentilmente gliele offrì in un piattino e ringraziandolo ce ne tornammo al nostro tavolo. Remo e Arcangelo si avvicinarono stupiti vedendoci maneggiare le fette di limone. << Perché avete quei limoni? - chiese Remo – avete ordinato qualcosa da mangiare? >> << No, no – rispose Giancarlo – adesso ci divertiamo, andremo davanti al palco e cominceremo a succhiare questi limoni fissando negli occhi quelli che cantano, magari mimando qualcosa di talmente aspro da far raggrinzire tutti i muscoli delle loro facce>> << Bellissimo! – gridò Arcangelo – voglio proprio vedere che faccia faranno. Io ci sto>> << Ma così rischiamo di farli smettere di cantare, succederà un casino! >> esclamò Remo preoccupato ma nel contempo divertito. << E che ci possono fare? – continuò Speedy -mica è vietato mangiare il limone. Andiamo!. >> E aprendosi un varco tra la gente che ballava si diresse verso il palco. Ci disponemmo in una posizione strategica per il nostro piano, alcuni ai lati del palco, altri al centro in posizione frontale, e ad un segno convenuto cominciammo a mangiare questi limoni al cospetto del gruppo musicale, facendo le smorfie più terribili e mimando l’asprezza del nobile agrume. I musicisti cominciarono ad impallidire, le loro facce si sconvolsero e dopo un attimo di smarrimento rivolsero i loro sguardi da tutt’altra parte della sala e alcuni di loro steccarono qualche nota musicale. Fu in quel momento che decidemmo di ritirarci per evitare che accadesse qualcosa di poco simpatico con i gestori del locale e ritornammo al nostro tavolo sbellicandoci dalle risate. << Così imparano a fare gli stronzi. >> Disse Speedy ridendo, con lo sguardo rivolto verso il palco e incrociando gli occhi “avvelenati” dei quattro componenti il gruppo musicale….

venerdì 22 marzo 2013

goliardia

                     

Dal libro "Io, informatore medico scientifico"

Arrivò il mese di ottobre e l’Azienda organizzò una Convention ovvero una riunione nazionale per l’immissione in commercio di un nuovo farmaco ansiolitico, lo XANAX, ed il luogo dell’evento fu Catania. Furono quattro giorni in cui si alternarono momenti di intenso lavoro a momenti di relax durante i quali con i pullman ci portarono a visitare luoghi caratteristici, come Giardini Naxos e il teatro greco di Taormina Ricordo un aneddoto di questa convention. La sera prima di ripartire per Roma dopo aver fatto le ore piccole tra colleghi nella hall dell’hotel Sheraton parlando del nuovo farmaco e di altre cazzate in genere, ritornando nelle nostre camere io e un collega, Ivano, notammo una serie di foglietti appesi alle maniglie di molte camere, erano le ordinazioni delle colazioni per il mattino. Ci guardammo negli occhi e pensammo tutti e due la stessa cosa, rapidamente aggiungemmo a penna a tutti questi foglietti uova al bacon, omelette, wurstel, spremute di arance e quant’altro, e ce ne andammo celermente in camera. Il mattino seguente era prevista la partenza di buon’ora, e non osavamo immaginare le facce dei camerieri e soprattutto quelle dei clienti davanti tutto quel ben di Dio che non avevano ordinato!

venerdì 15 marzo 2013

l'ingiustizzie der monno

Quanno che senti di' "cleptomania"
è segno ch'è un signore ch'ha rubbato:
er ladro ricco è sempre un ammalato
e er furto che commette è una pazzia.
Ma se domani è un povero affamato
che rubba una pagnotta e scappa via
pe' lui nun c'è nessuna malatia
che j'impedisca d'esse condannato!
Così va er monno! L'antra settimana
che Yeta se n'agnede cór sartore1
tutta la gente disse: - È una puttana. -
Ma la duchessa, che scappò in America
cór cammeriere de l'ambasciatore,
- Povera donna! - dissero - È un'isterica!...
1) Fuggì col sarto.

domenica 17 febbraio 2013

Il Medico di famiglia


Dal libro "Io, Informatore Medico Scientifico" di Romolo Benedetti


….Il medico, questo strano soggetto,…… oggi se lo chiami per una visita domiciliare apriti cielo!! Il paziente deve avere qualcosa di molto serio affinchè il medico venga a casa e se decidesse di venire, mai di notte, ti dice che c’è la guardia medica. Spesso durante il mio lavoro il medico riceveva delle telefonate di persone che avevano familiari con trentanove di febbre e chiedevano una visita a casa, molte volte la risposta era:<< Lo copra bene e lo porti qui a studio.>> Alla faccia del c..zo! Per non parlare poi dell’orario di studio. Quando si entra in una sala d’aspetto generalmente si trova appesa al muro una locandina con su scritto: lo studio medico seguirà il seguente orario: lunedì, mercoledì, venerdì ore 9,00–11,00 martedì, giovedì 16,00-18,00, dopo le ore 20,00 rivolgersi alla guardia medica. Dieci ore di lavoro alla settimana!!! E hanno anche il coraggio di lamentarsi. In alcuni studi medici c’era scritto su una locandina che il medico visitava solamente venti pazienti al giorno e  per appuntamento, alle persone che si presentavano oltre quel numero la segretaria diceva che il medico era pieno e poteva visitarlo il giorno dopo se non addirittura due, come se le malattie dessero appuntamenti ai pazienti!! Una vera vergogna. Mentre dicevano ai loro pazienti che dopo le ore 20.00 entrava in funzione la guardia medica i signori medici si facevano però trovare pronti quando le aziende farmaceutiche organizzavano pseudo riunioni con cena finale nei migliori ristoranti, piatti prelibati, i migliori vini scelti da loro naturalmente, antipasto, primo, secondo, contorno, formaggio, frutta dolce, caffè e grappino, tutto offerto dalle aziende. Era abbastanza frequente anche la presenza delle consorti ( o di chi ne faceva le veci! ). Una volta organizzai una cena con dei medici in un ristorante sul mare e ci fu un medico che come antipasto si mangiò la bellezza di quattordici ostriche!!! Dove c..zo se le sarà messe!...... Con il passare degli anni però queste cene cominciarono a diminuire…..                                                                                                       .... e si cominciarono a vedere cellulari, computer, segreterie telefoniche e quant’altro. Ci fu un medico che appena entrai nel suo studio non mi diede nemmeno il tempo di sedermi che mi disse: << Dottore, ho bisogno di un cellulare.>> Ebbi subito la risposta pronta: << Non c’è problema, dottore, mi dica se preferisce il 112 o il 113 e glielo mando subito.>> E me ne andai immediatamente. Era la seconda volta che mi faceva una richiesta del genere, la prima fu mesi prima quando mi disse che era il presidente della federazione italiana medici tennisti e siccome stava organizzando un torneo di tennis voleva che la mia azienda partecipasse alla sponsorizzazione di tale torneo fornendo le palle da tennis. Un accattonaggio estremo. Lo stesso medico ad un collega le chiese se poteva fornirgli un libro, il collega rispose in modo affermativo visto che era prassi regalare ai medici dei testi scientifici, ma quando le chiese il titolo del libro il medico rispose:<< Il mio cane.>> Dopo un momento di stupore il collega gli cominciò a ridere in faccia dicendo che non era possibile. Non ho parole.

venerdì 8 febbraio 2013

Altra generazione!

Dal libro "Io, informatore medico scientifico" di Romolo Benedetti .......
Mi rassegnai così a continuare l’unico lavoro che avevo trovato, il cameriere nonostante la mia laurea. Non che fosse un disonore, intendiamoci, perché chi ha voglia di lavorare non rimarrà mai disoccupato, ma dopo venti anni di studio un lavoro più attinente alla mia laurea in chimica l’avrei preferito.

Comunque anche questo onorevole mestiere lo svolgevo tranquillamente e in modo onesto e mi dava anche delle soddisfazioni. Già, ma perché proprio il cameriere? In fin dei conti era un mestiere abbastanza stancante, sempre in piedi dalla mattina alla sera,si aveva a che fare con i clienti i quali avevano sempre ragione e bisognava dire sempre sì.

 Questo lavoro avevo iniziato a farlo già dodici anni prima durante le vacanze estive al termine degli anni scolastici.[...]

lunedì 4 febbraio 2013

La Politica

Trilussa
Ner modo de pensà c’è un gran divario: mi’ padre è democratico cristiano, e, siccome è impiegato ar Vaticano, tutte le sere recita er rosario; de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano è socialista rivoluzzionario; io invece so’ monarchico, ar contrario de Ludovico ch’è repubblicano. Prima de cena liticamo spesso pe’ via de ’sti princìpi benedetti: chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso! Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma ce dice che so’ cotti li spaghetti semo tutti d’accordo ner programma.


Tutto il mondo è paese... anche nei tempi andati guerre e scontri continui tra una fazione e l'altra... "Ma quanno c'è da magnà so' tutti amici..."

domenica 27 gennaio 2013

Derby

La prima partita di Calcio alla quale assistetti fu appunto quella del derby Roma-Lazio in data diciannove marzo 1961,avevo quasi undici anni. Rimasi colpito dalla grande coreografia all’interno dello stadio, una miriade di bandiere biancazzurre e giallorosse mescolate insieme e svolazzanti. Eh sì, perché all’epoca tra i tifosi delle diverse squadre c’era un grande rispetto, la vera sportività con la S maiuscola, si trovavano seduti gli uni accanto agli altri e ognuno tifava per la propria squadra, al massimo ci poteva scappare una scazzottata che veniva subito sedata dagli altri spettatori ma poi si ritornava a tifare insieme e tranquillamente. Dunque, tornando al[...]

mercoledì 23 gennaio 2013

C'è o non c'è l'al di là?


Dal libro autobiografico "Le mie Vite" di Romolo Benedetti   
…fu quando “vidi” le porte dell’al di là. Diverse volte ho sentito di gente che durante il coma ha visto una luce abbagliante venirle incontro e di essere invasa da una felicità e serenità incredibili, io al contrario durante il coma mi sono ritrovato di fronte un[...]

giovedì 17 gennaio 2013

MAMMA

Mamma.

È una serata calda, afosa, 
passeggio sul lungomare tra lo sfrecciar di auto e il rumore del mare.
Sono solo, solo con i miei pensieri che mi tormentano oggi ma sono nati ieri.
Guardo in cielo e vedo una stella, 
la più luminosa certamente la più bella, 
mi segue, mi scorta,
sembra dirmi: non farne un dramma, sono sicuro,
 è la mia mamma.